My dear Paola,
nella Valledellerose l’autunno sta arrivando a passo lento, gustoso oserei dire, perchè l’attesa del suo esplodere ovunque tiene il cuore in una sospensione di piacere tanto sottile quanto profonda. Mi godo questi giorni di fine estate con l’acquolina in bocca, pensando già a tutte le delizie che arriveranno: castagne, funghi, coperte intrecciate, tazze di tè bollenti, miele in ogni dove, sui biscotti e nel cuore. E poi cose più divine e meno terrene, come cieli infuocati e boschi ricoperti di polvere dorata, lasciata cadere dalle piccole borse di seta che le fate tengono strette al petto. Mi pare di vederle, piccole, lucenti, mentre cavalcano bombi vivaci e apine capricciose, per dare un tocco di carminio a tutto il paesaggio. Le nocciole matureranno presto, i contadini nei campi già preparano le sementi per l’inverno che verrà ed è un piacere scorgere l’andatura pacifica di quei vecchi trattori di campagna che imboccano sentieri meno conosciuti, per poi sparire oltre il verde già spento dei colli. Al mattino le mie colazioni sono fugaci: pane abbrustolito con marmellata di more e un bacio di burro, rubato di sottecchi. Infine tè nero dello Yorkshire, in una tazza capiente su cui sono sbocciate decine di rose selvatiche.
Ho ammirato le splendide cartoline che mi hai inviato: tra tutte mi ha colpito quell’antica country house che s’intravede oltre il campo sterminato e deserto. Incastonata come un diamante tra la volta cerulea e l’erba del prato: un vero dipinto di rara bellezza. Forse, chissà, potrei scriverci una storia. Sarebbe certamente il posto ideale dove ambientare un racconto British, di quelli romantici in cui amo perdermi. Ho anche letto delle tue avventure nella contea del Cambridgeshire, delle incursioni nei negozietti d’antiquariato (che io e te amiamo sempre oltre misura), così caratteristici, un po’ angusti, ma Dio solo sa quanti tesori possono custodire. Verrei a trovarti prestissimo se non fosse che il lavoro mi tiene inchiodata allo scrittoio e ogni giorno ho mille piacevolissime incombenze da sbrigare: dipinti, lettere, articoli, progetti alti come la volta empirea e sogni da rinfrescare con una buona dose di fiducia e perseveranza. Ti lascio il mio abbraccio più sincero, caldo come questo autunno che è già vestito di tutto punto, nel suo completo di tweed, con scarpe di pelle, bombetta, sciarpa di lana scozzese, una lunga pipa stretta tre le piccole labbra e l’immancabile ombrello verde oliva, decisamente pronto per la sua entrata in scena, così teatrale eppure gradevolissima. Ci sorprenderà tutti, lo so, ma io risponderò cercando di sorprendere lui (che audace ambizione), con queste tenere righe sfuggenti che la signora Calliope mi ha gentilmente ispirato, un dono per arricchire la raccolta di filastrocche di Quieta Radura.
Il Canto autunnale delle fate
Sveglie dal sonno care sorelle,
portiamo ovunque le attese novelle,
la stagione Caldosole è pronta ad andare,
il turno al vecchio autunno vuol lasciare!
Dipingiamo nell’aria i nuovi colori,
messaggi di freddo che scaldano i cuori:
rosso carminio, marron bruciacchiato,
là sui cespugli, qua sul selciato!
Le foglie già spente salutano il padre
prima di cader a terra addormentate.
Sotto la quercia, tra i rami più secchi,
spuntano i funghi sbirciando sottecchi
e giù nella valle il ruscello gorgoglia,
annuncia al buon vento di malavoglia
il suo canto di gelo lungo le sponde,
melodica culla delle placide fronde.
Tutte insieme, amiche incantate,
prepariamo la foresta per le grandi nevicate,
polvere fatata e un po’ di magia,
una ninna nanna cantiamo in armonia
perchè nel bosco vegli ognor il nostro sguardo
sul letargo di ogni creatura, come un dolce baluardo
e perchè sempre regni la tranquillità,
nel cuore di tutta la comunità!
With love for you
Clelia
Foto: Paola Salvaire