E poi c’è la sorpresa di ciò che non ti aspetti, come un mattino autunnale ancora tiepido e croccante. C’è quella mano tesa in risposta ad uno schiaffo e quel sorriso che, senza pretese, nasconde promesse. C’è la forza del sacrificio e la poesia di un momento felice, poi c’è la semplicità che mi accompagna ovunque.
C’è quel “grazie” che ho sempre sull’uscio del cuore, c’è il mio scrigno di cose belle e quello, ancor più prezioso, colmo di gioielli chiamati “sconfitte”. E ad ogni vertiginosa caduta è arrivato il desiderio ardente di tornare a camminare, con più tenacia di prima.
Ottobre mio adorato, sei giunto, dunque, e di nuovo, come se fosse la prima volta, mi hai spettinato, confuso e lievemente amato, scoprendo in ogni parte di me la gioia più profonda.