Il periodo delle more, la loro raccolta, le mani sporche di quel rubicondo color vinaccia tanto dolce, poi il profumo della marmellata che ribolle sul fuoco e il gesto di spalmarla sul pane croccante, caldo e imburrato. Sembra un rito sacro. Potrei amare settembre anche solo per loro, le more. Arbusti spinosi, foglie dal taglio raffinato, quasi fossero state confezionate dalla mano delle fate, e il frutto, così rotondo, sugoso, pieno, morbido e senza riserve.
Nell’aria settembrina mi sento come loro, piccola ma piena di speranze e custode di promesse.
So di amarle perchè non hanno che rivelazioni, confetture e prelibatezze da raccontare.
Ed io mi sento come una piccola e attenta ascoltatrice di segreti.