Il tè: 7 curiosità imperdibili

Amo il tè sopra ogni cosa. Questa è la mia prima, assoluta verità. Una bevanda che non smette di sorprendermi, non solo per le sue infinite miscele, ma anche per tutti i segreti che cela. Ho scoperto ben sette curiosità sul tè che forse anche voi non conoscete.
Se vi va di scoprirle continuate a leggere...

L’Earl Grey è il tè vittoriano per antonomasia. La sua storia è singolare. Il conte Charles Grey (Primo Ministro dal 1830 al 1834) ricevette in dono da una mandarino cinese una miscela di tè nero e olio di bergamotto, da cui appunto prende il nome.

Il Darjeeling, detto anche “low tea”, era considerato un tè da pomeriggio. Delicato, dal gusto pieno, veniva servito senza aggiunta di latte, o con un po' di limone, per preservare le sue note esotiche.

3. Il lievito, così come lo intendiamo oggi, nel XVII e XVIII secolo non esisteva, si utilizzavano principalmente lieviti derivati dalla birra, che però riscontravano diverse limitazioni. Verso la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo vennero prodotte e diffuse le prime polveri lievitanti, che facilitarono la preparazione di torte e dolci lievitati (come la Sponge Cake e il Plum Cake) sia nelle abitazioni dei nobili che nei ceti borghesi.

 

4. Quanti di voi conoscono e amano il famosissimo Lemon Curd? Io ne vado matta! Questa conserva cremosa e invitate, preparata con limone, burro, uova e zucchero, era una delle prelibatezze dei tè vittoriani. Il limone (così come la lavanda) era un ingrediente per pochi eletti, perché disponibile in certe quantità solo nelle case abbienti. Pertanto le signore dell'alta società che possedevano una garden house, una serra o una limonaia avevano il privilegio di poter servire limonate e qualsiasi altra delizia a base di questo fresco e gradevole agrume.

5. I panini al latte della tradizione anglosassone sono senza dubbio gli scones. Venivano tagliati a metà e serviti tiepidi con farcitura a scelta tra crema al burro, whipped cream (panna montata), confetture, frutta fresca o sciroppata. Erano considerati un dolce d'elite rispetto ai più diffusi e spartani British muffins, consumati dalla classe povera e preparati con pane raffermo, patate e avanzi di biscotti.

 

6. Il crescione era un altro ingrediente tipico dei tè vittoriani. Il suo consumo nasce dalla tradizione dell'high tea, in auge sopratutto nelle classi più povere. Gli operai amavano degustarlo sui sandwich di pane nero spalmati di burro. Il costo di quest'erba dal gusto un po' piccante era molto basso, ma non veniva disdegnata dalle nobiltà londinese, che amava servirla sui sandwich in una versione rivisitata e decisamente più ricca, con l'aggiunta di salmone, tacchino, formaggio cheddar, cetrioli o gamberetti.

7. Un altro imperdibile must del periodo vittoriano sono gli shortbread, biscotti al burro di origine scozzese. Dopo l'acquisto del castello di Balmoral e svariati soggiorni in Scozia, la regina Vittoria e il principe Alberto tornarono a Londra portando ovunque l'usanza di gustarli in accompagnamento al tè.

Ecco alcuni dei miei tè preferiti, le miscele e i brand che acquisto e di cui non posso fare a meno!

2 Comments

  1. Rispondi

    Lucia

    Bellissimo articolo e bellissima l’atmosfera creata. Da molti anni prendo i favolosi biscotti shortbreads & scons con il tea pomeridiano, che mi ha fatto conoscere mio marito di madrelingua inglese. Consiglio di provarli, anche perché sono semplicissimi da fare. Ovviamente, l’optimum sarebbe gustarli accompagnati a un tea speziato in un servizio di porcellana vintage, sopra un bel tavolino apparecchiato con una tovaglietta di merletti, immersi in un bel prato verde di un cottage antico, magari nel Galles o in Cornovaglia. Spero di aver reso l’idea.

    • Rispondi

      Clelia

      Grazie di cuore, Lucia! Hai reso perfettamente l’idea dell’atmosfera incantata che sogno. Il gusto di questi biscotti ci riporta con la mente proprio in quei luoghi del cuore.

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