Se c'è un biscotto al quale proprio non riesco a resistere è il classico shortbread scozzese. Friabile (“short” è una definizione inglese non comune per indicare qualcosa che si sbriciola con facilità), burroso, si scioglie in bocca e riempie il cuore (e il palato) di dolcezza. Mary Stuart, queen of Scots, li adorava e a lei questi biscotti sono legati da una leggenda segreta.
La storia di questo piccolo miracolo di bontà risale al medioevo, quando era usanza preparare i cosiddetti “pane-biscotto” con l’uso di pane avanzato e cotto nuovamente (bis-cotto, cotto due volte). In principio gli shortbread erano quindi preparati con il lievito di birra, ma lentamente la ricetta si è evoluta, specie in Scozia, dove il lievito fu sostituito dal burro, ingrediente tradizionalmente connesso alla cultura del territorio. Il burro a quel tempo era considerato un bene di lusso, pertanto questi golosissimi biscotti erano riservati esclusivamente alle classi più abbienti. In epoca Tudor, però, qualcosa mutò. La classe media emergeva, portando con sé maggiori possibilità e il burro si diffuse liberamente nella preparazione di torte e biscotti.
Il nome originario che fu attribuito agli shortbread era “Petticoat Tails”, poiché – nella forma rotonda e poi tagliata a spicchi – ricordavano i pezzi di stoffa usati per realizzare le sottovesti delle dame alla corte di Elisabetta I.
Amatissimi da Mary Stuart, regina di Scozia, gli shortbread furono probabilmente una sua invenzione.
La leggenda narra che fu lei a richiedere l’aggiunta dello zucchero all’impasto (sotto l’influenza della cucina francese), nonché una variazione nella forma, trasformandoli nelle versioni moderne che conosciamo, “round” (rotonda) e rettangolare. Sua maestà divenne quindi l’artefice di una delizia unica.
Ma la prima vera ricetta stampata degli shortbread apparve nel libro “Mrs. McLintock’s Recipes for Cookery and Pastry-Work”, pubblicato nel 1736, opera di una signora scozzese, Mrs. McLintock.
Tutto il gusto della verde, fascinosa Scozia è racchiuso in questo storico biscottino. Impossibile rinunciare ad una simile prelibatezza da tea time, specie per la versatilità della ricetta. Con l’aggiunta di semi di cumino avremo un risultato molto più fedele all’originale, restando davvero in tema “Old Scotland” e ci sembrerà di rivivere l’ora del tè alla corte scozzese di Mary Stuart; con le gocce di cioccolato potremo gustare una variante più ricca e golosa; con un pizzico di zenzero, invece, gli doneremo un tocco frizzante e tipicamente British, adatto ai tè dai sentori agrumati come l’Earl Grey. Vi propongo la mia ricetta, rivisitata, proveniente da un antico quaderno di cucina del 1829.
Ingredienti
100 g di zucchero
200 g di burro
300 g di farina
1 pizzico di vanillina
1 pizzico di sale
zucchero q.b.
Lavora il burro freddissimo con la farina fino ad ottenere un composto sbriciolato. Aggiungi il sale, lo zucchero e la vanillina e amalgama bene. Stendi l’impasto ad un’altezza di 1 cm su una teglia rivestita di carta da forno e lascia riposare in frigo per un paio d’ore. Preriscalda il forno, poi taglia i biscotti nella forma che preferisci, bucherella la superficie con una forchetta e spolverizza con un po’ di zucchero semolato. Inforna a 180° per 15-20 minuti, fino a che i biscotti non diventeranno dorati.
Buon tea time!
M. Penelope Rodriguez
Proverò a farli di sicuro❤️❤️ grazie mille❤️
Amabile
mmmmhhh devo sicuramente provarli mi sembrano deliziosi, unica pecca……….troppo burro !!
Clelia
Allora attendo il tuo parere… 🙂