Caro diario,
la prima settimana a Londra è volata. Il tempo è stato clemente e i giorni si sono susseguiti tra la sistemazione delle valigie e le lunghe passeggiate alla scoperta del quartiere, spingendomi sempre più giù, oltre Uxbridge Road, per poi finire – abbagliata e rapita – tra le file di deliziose casette dai toni pastello disseminate lungo Notting Hill. Mi sono goduta ogni istante, ho scattato molte foto e fatto un barbecue in giardino con hambuger, verdure grigliate e bacon di ogni tipo (non avevo mai provato il bacon prima d’ora e ho scoperto che non potrebbe piacermi di più!). La luce dell’estate inglese è perfetta. Mi ritrovo a sorridere per uno scoiattolo che attraversa il piccolo giardino di casa, o per un gigantesco muffin al triplo cioccolato, rigorosamente gluten free, che mi osserva con aria invitante dallo scaffale del supermercato (ed è impossibile ignorarlo, tanto più che in Italia muffin così grandi e senza glutine non ne ho mai visti!). Le strade brulicano di turisti dall’aria felice e assorta, a tratti curiosa e incredula, proprio come me. Sono in Inghilterra da poco eppure tutto mi appare sconosciuto e familiare allo stesso tempo.
Ho acquistato diversi tipi di tè, ma ho già individuato il mio preferito, una miscela intensa e profumata di tè nero Whittard, alla rosa. Lo sorseggio al mattino, accompagnato da una fetta di pane tostato o da un panino dolce farcito con una confettura assolutamente divina di fragole e champagne. Tra le letture di questi giorni lenti e piacevolissimi non poteva mancare una biografia su Lady Diana, che gusto – pagina dopo pagina – seduta sulla panchina di legno, proprio accanto all’angolino dei pomodori e delle aromatiche, per ammirare – con occhio furtivo – un vivace andirivieni di ragni laboriosi e apine festanti. Da quel punto la visuale della casa è ampia e me la godo tutta, immaginando quante famiglie, sin dall’epoca vittoriana, hanno vissuto tra queste solide mura di mattoni. La siepe strabordante alle mie spalle è robusta e forte, mi abbraccia totalmente, e pare quasi impossibile che oltre questa verdeggiante barriera un’intera, maestosa città si muova a ritmo frenetico e incessante, come in un’eterna e affascinante danza.
La Londra estiva che sto scoprendo è una continua sorpresa, un’ispirazione. Mentre le acque quiete e scintillanti del Tamigi si fanno eteree e dorate al tramonto, io attraverso le strade della City con una borsetta marrone, una mela da addentare e tanti sogni poggiati lievemente sul cuore.
Ma è stato passeggiando per Piccadilly che qualcosa di davvero magico è accaduto.
Una scintilla, poi un’altra… un’altra ancora… ed ecco!
L’idea per un nuovo racconto British è nata così. Il tempo di arrivare a casa, buttare giù un timido canovaccio e appuntare ogni dettaglio nel mio taccuino nuovo di zecca (dono di un simpatico signore, proprietario di un caratteristico negozietto di articoli da disegno situato nel cuore di Notting Hill), per poi riprendere le fila della narrazione in serata, avvolta dal cielo stellato di una Londra divenuta ormai intima custode dei miei scritti segreti. Questa, però, è tutta un’altra storia…
mary
<3